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L'impulso creativo che ogni volta mi porta a creare nuovi gioielli, nasce da una iniziale sensazione/emozione, da una naturale esigenza espressiva, creativa, con la volontà di voler convertire un'idea plastica o un richiamo scultoreo in un'espressione materica, manipolando l'argilla, un materiale povero prodotto dalla natura, dalla madre terra, e con l'idea di impreziosirlo, attraverso una ricerca formale, del colore e del design.
“Modellare” l'argilla, trasformarla, è un antico gesto che ci ricorda l'uomo alla prima invenzione della ceramica sin dal Neolitico e che poi attraverso le popolazioni Sahariane o Giapponesi si diffuse in tutto il mondo. Dalla sua cottura deriva la terracotta, ossia un tipo semplice di ceramica e il tocco finale è dato dal colore, dalla smaltatura. Questo processo da cui deriva l'oggetto racchiude tutto lo stupore della trasformazione.
Il risultato è sempre inaspettato, imprevedibile, il frutto di un paziente lavoro realizzato a mano in più fasi attraverso cui è possibile realizzare una serie di pezzi “unici”; ognuno infatti è diverso dall'altro, le variabili sono infinite. Il gioco plastico sempre nuovo, la differente temperatura di cottura, le numerose miscele di smalti, le molteplici aggregazioni degli elementi in ceramica e la loro applicazione con svariate montature, determinano l'unicità del pezzo e permettono di ottenere di volta in volta espressioni creative che solo la ceramica e l'imprevedibilità del suo processo lavorativo, può donare.
Quando si sceglie di indossare un gioiello, si cerca quello che meglio esprime il nostro modo di essere e le nostre emozioni o che ci fa sentire a proprio agio. Indossare un pezzo unico, è un pò come rendere omaggio alle nostre emozioni, anch’esse uniche e sempre diverse ma che ci rappresentano.
Katia Borrelli
